Fisioterapista. Una parola sentita più volte, la parola che ci fa venire in mente quel dolorino al collo che ogni tanto salta fuori e ci infastidisce, o ci fa chiedere all’amico dell’amico appena conosciuto “Ehi! Tu che sei fisioterapista, senti qua! (tastare una parte del corpo dolorante a scelta, o un’articolazione che schiocca)”.
In base alle fonti ufficiali del Ministero della Salute, il fisioterapista ha un profilo professionale ben preciso, per il quale riporterò un link alla fine, per chi avrà voglia di leggere tutto nei dettagli.
Qui riporterò quelli che sono i passaggi fondamentali per capire cosa fa un fisioterapista.
Chi è il fisioterapista?
Innanzitutto, il fisioterapista è un professionista sanitario. Questo significa che ha superato un test d’ammissione, ha seguito un percorso universitario, al termine del quale ha sostenuto un esame di stato che abilita alla professione. Può lavorare in autonomia o in collaborazione con altre figure sanitarie, sia nel settore pubblico che nel settore privato.
Qual è il suo campo?
Il fisioterapista si occupa di movimento, e più precisamente di riabilitazione motoria. Significa che il suo obbiettivo è riportare al massimo dell’espressione le funzioni motorie della persona, per permettergli la migliore qualità di vita possibile. Questo può avvenire dopo un trauma, dopo l’insorgenza di una patologia, così come quando non c’è nessun evento particolare che giustifica un sintomo doloroso, che è comunque presente. Questo vale per un dolore al collo, per il recupero da un’operazione al crociato, per la riabilitazione continuativa nei casi di paralisi cerebrale infantile, dopo un’ischemia cerebrale che ha colpito le aree del Sistema Nervoso Centrale deputate al movimento, oppure in ambiti più specifici come la riabilitazione respiratoria o cardiologica, dove si cerca attraverso il movimento (per esempio della gabbia toracica e del diaframma, oppure usando l’esercizio aerobico progressivo) una migliore funzione respiratoria e cardiaca.
Continua ad aggiornarsi?
Il fisioterapista è tenuto per legge, alla formazione continua, il che significa che dopo la laurea deve continuare a studiare per offrire sempre le soluzioni riabilitative più recenti ed efficaci, frequentando corsi di specializzazione, master, seminari e convegni, che gli offrono quelli che vengono chiamati crediti ECM (Educazione Continua in Medicina).
Ma cosa fa concretamente?
Ruolo primario del fisioterapista è quello dell’educazione del paziente, intesa come un processo di informazione, insegnamento e accompagnamento in ogni aspetto del trattamento.
Gli strumenti che può utilizzare comprendono tecniche manuali, esercizio terapeutico, applicazione di bendaggi e terapie fisiche (o fisioterapia strumentale, si intendono tutte le terapie che prevedono l’uso di energia elettrica, termica o il campo elettromagnetico) come tecarterapia, magnetoterapia, laserterapia, ed altri supporti e macchinari sempre allo scopo di recuperare il massimo della funzione motoria.
Per esempio, quello di cui mi occupo maggiormente sono le tecniche manuali e l’esercizio terapeutico, in un’ottica di miglioramento della qualità del movimento globale.
Per quali problemi mi potrei rivolgere a un fisioterapista?
Come scritto sopra, per la riabilitazione dopo un’operazione chirurgica (ortopedica e non), per un dolore corporeo comparso senza eventi traumatici precisi, per mantenere la mobilità e l’autonomia nella vita quotidiana di una persona anziana, dopo un trauma (sportivo e non), e numerose altre possibilità. Alcune persone, per esempio, scelgono di consultare periodicamente il loro fisioterapista, per una valutazione sulla propria postura o la qualità del proprio movimento.
In sostanza, quello del fisioterapista è un mestiere che mette al centro la persona, il suo ambiente, il suo vissuto e le sue esigenze, facendo il possibile per aiutarla a tornare al massimo delle sue capacità, senza illudere ma nemmeno scoraggiare, costruendo, come tutte le altre professioni sanitarie, un rapporto di fiducia e onestà tra terapista e paziente, che viene definito con la bellissima espressione “alleanza terapeutica”, perché è lavorando insieme che questi cambiamenti prendono forma.
Questo è il lavoro del fisioterapista, questo è il mio lavoro.
Ma la mia amica è andata dall’osteopata/massaggiatore/ massofisioterapista/naturopata/ riflessologo/shiatsuka…
Non voglio assolutamente aprire una polemica su chi è “legittimato” a mettere le mani sulle persone, anzi, da quando lavoro ho conosciuto tanti professionisti e operatori diversi, tutti disposti a collaborare e a riconoscere, come dovremmo fare tutti, i propri limiti.
La verità è che ci sono sicuramente delle sovrapposizioni di competenze, ma sarebbe bello vederle come dei punti di contatto, non come delle “invasioni di campo”, e chissà, potremmo anche imparare tutti qualcosa di nuovo. E soprattutto, nel nome di quell’alleanza terapeutica di cui parlavo, ogni persona, libera e responsabile delle proprie scelte, si affida a chi meglio comprende le sue esigenze e le porta dei risultati, non ad un titolo, anche se quest’ultimo rappresenta una garanzia di metodo e qualità.
P.S. Come dicevo all’inizio, qui puoi leggere il profilo professionale del fisioterapista.



